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ermanno raeli. 231

Palermo, porta dell’Oriente, lembo d’Arabia trasportato, quasi per una fantastica operazione da Mille ed una notte, in riva al lago del Mediterraneo. Un languor nuovo, uno snervamento molle che faceva intensamente assaporare la voluttà del riposo, guadagnavano Ermanno, lo mantenevano in una specie di dormiveglia durante il quale, abolito il pensiero, solo delle imagini gli passavano e ripassavano dinnanzi, svegliando in lui sopìte sensazioni di avidi dissetamenti, di abbandoni profondi... Una sorda irritazione nasceva in lui per quelle suggestioni incoscienti, con un bisogno di castigarle che finiva per esasperarle. E l’impeto di sdegno che lo aveva vinto quando la Figura adorata era stata attaccata da quella abominazione, cedeva adesso ad impeti di desiderio, a una tentazione di indissolubili strette, che si mutava ancora in terrore all’idea di passare soltanto un braccio intorno alla vita di Massimiliana durante la prossima festa...

Sul punto di vedersi abbandonata dalle proprie forze, Massimiliana non aveva neppur