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in lui, e sceverare il timore dal piacere, lo stupore dall’attesa... La sua mente non era occupata se non da imagini: le figure supremamente graziose delle due donne con le quali egli aveva passata un’ora di intellettuale intimità. Durante tutto il tempo che era seguito, egli aveva rivissuta continuamente quell’ora, con la stessa intensità della prima volta, e quelle imagini così profondamente impresse avevano finito per obbiettivarsi, popolando, in una specie di allucinazione, la solitudine del suo quartierino, apparendo fra mezzo al verde un poco passato del suo giardino, seguendolo nel suo studio e mettendoglisi innanzi a intrattenerlo con muti sorrisi quando egli tentava di occuparsi. Una rivoluzione si era operata dentro di lui, egli aveva trascorsi quei giorni in una specie di fluttuazione ideale, incapace com’era a resistere o ad abbandonarsi agl’impulsi di cui non si rendeva ragione. Quel pomeriggio stesso, era stato inconsciamente, quasi automaticamente, che egli aveva ordinato al cocchiere