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sentimenti per i quali egli era passato, dopo l’incontro imprevisto, avevano occupato successivamente, e con lo stesso ordine, l’anima di lei. Ella aveva realmente evocato e rimpianto il passato, aveva tentato di scrivere all’amico, poi lo aveva accusato, poi aveva accusata sè stessa; ad un tratto era stata sicura che anch’egli pensava a lei com’ella pensava a lui. Vedendo quella successione di sere propizie ai convegni s’era sentita struggere all’idea d’averne ancora uno: e certa che egli partecipava a quel desiderio, a quel bisogno, una sera che pioveva a diluvio dispose il segnale ed aspettò. Aspettò, tremante di freddo e ardente di rancore, dalle nove a mezzanotte: non venne nessuno... Egli era passato la sera prima, quando nevicava soltanto; se n’era tornato indietro con la morte nel cuore e l’ironia sulle labbra vedendo che il Faro era spento... Sì, contessa, ella ha ragione: le anime si comprendono, i cuori s’accordano, le volontà s’uniformano; senza parlarsi, senza vedersi, i nostri amanti provarono gli stessi sentimenti, obbedirono agli stessi impulsi; solamente, sbagliarono giorno...