Pagina:De Roberto - Gli amori.djvu/221

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dal moto delle pallide labbra: «Sei tu?» Io potevo ancora parlare. Gli domandai: «Non m’abborrisci?» Ei rispose: «Ti piango...» Vedete voi queste mani? Qui caddero le sue lacrime, ed erano calde come gocce di sangue. Io non piangevo, sentivo il cuore battermi in gola. Tra le lacrime egli diceva: «Sei dunque tu? Non ho dunque sognato?... Quando io ti sospiravo, l’anima tua se ne veniva incontro a me?... Tu sai ora veramente quanto mi amavi?... Nessuno di noi lo seppe, mai!... Povere creature umane, quali inganni sono i nostri!... Come fummo ciechi e sordi e ostinati nell’errore!... Ora la luce s’è fatta...» A quelle parole, alla certezza che egli mi dava, il cuore avrebbe dovuto allargarmisi dalla gioia, la fascia che mi cingeva la fronte cadere, tutto l’essere mio esultare... e invece un’ambascia muta, un terrore infinito mi piegavano, un gran freddo mi faceva rabbrividire... Egli diceva ancora: «Bisogna che l’aria ci manchi, per riconoscere che ne viviamo!... Neanch’io potei darti la prova d’un amore nel quale non avevo fede... Credetti di poterne trovare altrove uno migliore... Che stolto!... No, non accusarti: io fui colpevole al pari di te. Come te, ora soltanto sono sicuro e posso dire di amarti. Non pensar mai con rimpianto a tutto ciò ch’io ti dissi e che feci per te nei primi giorni della nostra fortuna; non rimpianger mai i giuramenti che l’ebbrezza dettava: nessuna prova d’amore vale questa che oggi ti do...» E il mio terrore cresceva, lo sguardo mi s’appannava, le vene mi si vuotavano: perchè se egli avesse detto che tutto era finito tra noi, io non avrei avuto di questa fine una certezza tanto disperata come udendo quelle parole. Nondimeno, dissi: «Allora, se tu mi ami ancora...» Un sorriso più triste di tutte le sue lacrime, il sorriso di chi muore mentre sente promettersi la salute e i beni della vita, passò nel suo sguardo. Egli prese le mie mani e rispose: «Noi non ci vedremo più.» Mai la sua voce fu così dolce. Egli baciò queste mani e questa fronte —