Pagina:De Roberto - Gli amori.djvu/227

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distrugga il sogno d’una gioia senza fine? Ma tu non pensi che, in ragione di questa stessa fatalità, il tuo spirito finalmente s’acqueta! Sta dunque a sentire. V’è una creatura che t’ha detto: «Sono tua, per sempre.» Chi distrugge il senso di queste parole? Ella stessa!... Ella t’ha detto che t’ama, e un bel giorno ti dice: «Non t’amo più!» Bada ancora: al tempo dell’amore felice ella ti ripeteva, malinconicamente: «Sarai tu quello che mi lascerai!» Tu allora protestavi, giuravi, non sapevi nè potevi darle una prova del suo inganno. Adesso, quando ella ti ha detto che non t’ama più, quando t’ha fatto comprendere che fra te e lei non c’è più nulla di comune, che cosa fai? Sei preso da un impeto di sdegno, la colmi di rimproveri, la minacci? No!... Tu ti getti ai suoi piedi, le ricordi le sue parole, le dici: «Com’è possibile? No, non è possibile! Tu vuoi mettermi alla prova, tu vuoi farmi paura. Tu sei mia, tu m’hai detto che non potevi vivere senza di me.... Che cosa t’ho fatto? Quali colpe ho commesse?...» Ella tace. Tu ti batti la fronte e riprendi: «Sì, ho una colpa.... Non t’ho provato ancora abbastanza quanto sia forte l’amor mio.... Comprendi: la parola è impotente, il pensiero non si esprime mai tutto. Ma guardami in fondo all’anima: non vedi come è tutta piena di te? Io sento in questo momento che non ti ho mai amata tanto....» Ella scuote il capo, ti oppone fredde ragioni, ti addebita colpe insignificanti delle quali ella stessa non è immune. Tu non le rimproveri le sue; le prendi una mano, la scuoti, la guardi negli occhi, la chiami col dolce nome antico. Ella s’irrigidisce, ti respinge, evita il tuo sguardo; allora la luce si fa nel tuo spirito: ella ama un altro. E la terra ti manca sotto i piedi. Quella creatura, quell’anima, quel corpo, sono d’un altro! È possibile? Glielo chiedi, con voce strozzata, gemendo ed urlando, ed ella protesta freddamente, risponde che non ha conti da renderti. Il tuo orgoglio d’uomo è ferito; ti senti un gran sdegno ribollire nel cuore: non dici nulla. Ti alzi, le stringi la mano, fai per andar via. Ma sei legato con tanti e così sottilissimi fili a quelle