Pagina:De Roberto - Gli amori.djvu/248

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Non abbia paura. Se anche ella non me l’avesse inibito, io sarei rimasto zitto. Poichè le dimostrazioni dei rapporti nei quali stanno l’amore e l’amor proprio, cioè l’istinto della riproduzione e l’istinto della conservazione dai quali le due passioni reciprocamente dipendono, non l’hanno persuasa, anzi l’hanno offesa, sarebbe inutile ricominciarle; io non potrei se non trascriverle tali e quali, cosa che finendo di disgustar lei, non divertirebbe molto neanche me. Tuttavia, se ella vorrà un momento, non dico placarsi, ma rammentarsi che agli accusati dei crimini più spaventevoli è pur concesso il diritto della difesa, mi accorderà un momento la parola perchè io dica una cosa soltanto. E questa cosa è la seguente: ella ha ragione di sdegnarsi; dico: ha ragione e, se me lo permette, soggiungo che mi sdegno anch’io. Però, mentre ella se la prende con me, bisognerebbe invece che ella ed io insieme e tutti quanti siamo ad una voce, ce la prendessimo con la vita, con la natura, con quella Necessità dalla quale le cose sono state ordinate.

Ella ha tanto ingegno e tanta esperienza da sapere che il predominio dell’amor proprio o egoismo sopra ogni altra passione non ha bisogno d’esser dimostrato filosoficamente, psicologicamente o fisiologicamente: basta affacciarsi nella via, guardarsi attorno, porgere l’orecchio, per vedere e sentire che gli uomini non obbediscono ad altro fuorchè all’interesse proprio. Questa verità è ovvia, ma è pure triste, amara, incresciosa. L’egoismo è basso, chiuso, inesorabile; noi vorremmo che al suo posto stessero il nobile sacrificio, la pietà larga, la carità generosa. Come fare per ottenere questa sostituzione? Potremo noi sperare che gli esempii, le predicazioni, gl’incitamenti assidui e pazienti modificheranno la natura umana e faranno nascere uomini impastati a un modo diverso dall’attuale? Questa speranza è, pur troppo, vana. E ancora, pensandoci bene, se noi potessimo modificare l’ordine al quale obbediamo, ci converrebbe poi veramente modificarlo?... Perchè mai l’egoismo ci pare ignobile e il sacrifizio nobilissimo, se non appunto