Vai al contenuto

Pagina:De Roberto - Gli amori.djvu/41

Da Wikisource.

la veglia 31

nuiamo ad amarla... Che cosa prova questo fatto, se non che l’amore è un impulso prepotente ed una fioritura miracolosa soltanto nei sensi e nel cuore degli uomini? Se la Mercenaria non poteva comprendere lo scrupolo di rispetto e il bisogno di nobiltà che tormentavano il Protagonista, quante altre donne comprendono la poesia che a loro insaputa suscitano nel cuore dei loro amanti? E di quasi tutte non si potrebbe dire ciò che un Poeta disse di una:

Ce que j’aimais, en toi, c’était ma propre ivresse;
Ce que j’aimais, en toi, je ne l’ai pas perdu.

Ta lampe n’a brûlé qu’en empruntant ma flamme.
Comme le grand convive aux noces de Cana,
Je changeais en vin pur les fadeurs de ton âme,
Et ce fut un festin dont plus d’un s’étonna.

Tu n’a jamais été, dans tes jours les plus rares,
Qu’un banal instrument sous mon archet vainqueur,
Et comme un all’qui sonne aux bois creux des guitares,
J’ai fait chanter mon rêve au vide de ton coeur...

La mercenaria, rinunziato a capire il capriccio del nuovo cliente, finì col prender sonno. Ella dormì fino all’alba stupidamente serena. Il Protagonista, il Poeta, l’Uomo, vegliò, si tormentò per vegliare, senza toccarla, la Forma della Bellezza, per non profanarne la prima rivelazione, per fare di quella notte, che doveva essere una stupida orgia, un puro ricordo. All’alba si levò, baciò in fronte la mercenaria, e andò via.