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mentre ella, che avea finto prima, continuava con eguale facilità a fingere dopo e a non giurare se non sopra l’immateriale connubio dell’anime. Egli voleva farle riconoscere che anche l’altro ha del buono, ma tutto era inutile.

— No, — sentiva rispondersi, — non mi parlare di ciò; mi fai male. Per noi donne esistono soltanto le ragioni del cuore e dell’anima; ci rassegniamo al resto non potendo fare altrimenti; ma se voi foste capaci d’intenderci, come saremmo felici!...

Allora egli replicava:

— Perchè mai dunque mi richiamasti, quando partii?

— Perchè non si lascia una persona amata nel barbaro modo col quale tu mi lasciasti! Perchè volevo vederti un’ultima volta!

Egli dunque disperava di farle riconoscere ciò che, nel suo intimo, colei doveva riconoscere indubbiamente; quando una volta, discorrendo del passato, si decise a domandarle una cosa della quale era curioso, ma che aveva taciuta perchè non lusingava il suo amor proprio. La domanda era questa: che cosa aveva ella pensato la prima volta che erano stati insieme, quando, nel provare il duetto d’amore, sul più bello gli s’era abbassata la voce?... Ella si mise a sorridere, ma non volle dir niente; e l’altro dovette insistere un pezzo prima di sentirsi rispondere:

— Pensai.... pensai che tu non ne avessi molta....

Egli reprimeva un trionfale scoppio di risa. Dunque, mentre era fuggito per troppo rispetto, per troppa obbedienza, per troppo amore, torturandosi all’idea di averla perduta, d’averla voluta perdere, ella aveva creduto.... che cosa?...

— Che cosa credesti, dunque?...

Candidamente ella rispose:

— Eh! dissi tra me: è dunque scappato perchè non può cantare!...