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130 il femminismo

vita era dura, l’uomo dovette imporsi alla donna come provveditore della famiglia». Dovette imporsi: perchè? Perchè, senza dubbio, la donna, la madre, non era capace di provvedere alla famiglia, o provvedeva ad essa poco e male; e perchè l’uomo aveva questa capacità, o ne aveva una maggiore e migliore. Allora, continua l’Albert, «con l’aiuto del diritto del più forte e della brutalità antica, si stabilì la diseguaglianza dei sessi». Questa diseguaglianza sarebbe dunque una cosa artificiale? Ma se l’uomo esercitò il diritto del più forte, ciò deve voler dire che egli aveva questa maggior forza; e se aveva una forza maggiore, ciò deve importare che egli non era eguale alla donna.

La storia del genere umano dimostra da un capo all’altro del mondo questa superiorità virile. Tutte le mitologie, l’assira, la babilonese, l’egiziana, la greca, deificano l’uomo e la donna, ma il principio maschile è preminente. Giunone è sottoposta a Giove, Iside a Osiride, raggiante simbolo della luce. Nessuna donna può, in Egitto, sacrificare agli Dei nè alle Dee: solo gli uomini sono capaci del sacerdozio. Gli uomini hanno due vesti, le donne una sola. Ecco: essi cominciano ad abusare della loro maggior forza per farsi la parte più bella; ma già nei papiri di ventidue secoli prima di Cristo si legge il consiglio di modera-