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138 il femminismo

morale: «Tra un uomo e una donna di eguale potenza intellettuale, la donna impiegherà sempre una parte molto minore di questa potenza a conoscersi moralmente». Un centinaio di pagine più innanzi sostiene che, nella vita ordinaria, «la donna è quasi sempre superiore all’uomo che ha dovuto accettare...». La quistione femminista è appunto per ciò, e sarà sempre una quistione: perchè, quando si considera l’innegabile eguaglianza morale e ideale dei due sessi, e l’abuso sciocco o nefando della maggior forza maschile, l’esaltazione della donna sembra ragionevolissima; quando si considera la non meno innegabile loro diseguaglianza reale, specifica, e l’inferiorità della donna, sembra ragionevolissima la sua subordinazione.

Nel temperamento trovato dal cristianesimo c’è un punto del quale il padre Roesler si loda moltissimo: l’istituto della verginità, il celibato monastico. Anzi, per lui, questa è la vera soluzione della quistione femminista. «I nostri padri», dice, «avevano dunque trovato la soluzione della quistione femminista: non solamente, tra loro, i numerosi monasteri offrivano un ritiro sicuro alle donne senza famiglia; ma le grandi anime potevano prendervi tutto il loro slancio, e la donna rimasta nel mondo godeva degli esempî della religiosa, come pure del rispetto col quale