Pagina:De Roberto - Il colore del tempo.djvu/21

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il secolo agonizzante 13


contro il sudore, che è un cerotto e non impedisce il sudore, acquista il valore d’un nuovo e raro e prezioso prodotto chimico, quando lo speziale gli dà il nome di sudol...

Emilio Hennequin morì giovane, prima d’aver potuto interamente esplicare il suo metodo: se fosse vissuto, è egli certo che ne avrebbe assicurato la fortuna? Il Rod lo crede; più prudente è forse dubitarne. La critica cominciò ad avere pretensioni e andamenti scientifici quando il positivismo trionfò in filosofia e il naturalismo in arte: non occorre dimostrare come questi fenomeni fossero strettamente collegati. Ora non siamo in piena reazione? Un altro capitolo del Rod non è dedicato al risveglio dell’idealismo? Ferdinando Brunetière non ha proclamato la «bancarotta» della scienza? Siamo arrivati a questo: che la luce del giorno, secondo un filosofo, «circoscrive il nostro orizzonte»; la notte è preferibile: essa è «un’apertura sull’infinità degli spazî e sull’infinità dei mondi.» Ma allora non bisogna buttar giù la critica obbiettiva, come stiamo demolendo il romanzo impersonale e sperimentale? Un artista italiano, del quale il Rod esamina con amore gli scritti, Antonio Fogazzaro, non deve la sua fortuna all’essersi messo a quest’opera? Ottavio Feuillet, caduto nella polvere, non torna sugli altari?