Pagina:De Roberto - Il colore del tempo.djvu/235

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critica e creazione 227

buttarsi a capo fitto nella speculazione. Ed all’amico Henneberg che gli rimprovera il voltafaccia, che lo accusa di essersi messo dalla parte di quelli che prima giudicava parassiti, risponde: «Valersi ai propri fini della folla senza nome non mi pare una definizione molto calzante del parassitismo.» Gioca pertanto sui titoli russi, sulle azioni del Mercurio: una grande impresa nella quale è mescolata un’infinità di gente: il generale Zagal, il conte di Beira, il Kohn, avventurieri scaltri, poveri illusi che sognano e quasi raggiungono la fortuna, ma che un triste giorno, alla catastrofe della Società, si trovano con un pugno di mosche in mano, pieni di debiti, con l’usciere e i gendarmi alle costole.

Ora chiunque legge queste pagine ricorda necessariamente un altro gran romanzo straniero: l’Argent di Emilio Zola. Certo non si può dire che la favola messa insieme dal Nordau o i personaggi da lui presentati somiglino alla favola ed ai personaggi del romanzo francese — quantunque un’attenta analisi potrebbe scoprire certe affinità. Per esempio: tanto nella Battaglia di Parassiti come nell’Argent assistiamo al rapido crescere ed al precipitare di una grande impresa bancaria; come si uccide Agostini nella Battaglia, si uccide il povero Mazaud nell’Argent; lo