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56 il superuomo

giunge, deve anche fatalmente conoscere i grandi dolori; il «creatore di valori» deve «marciare incontro al suo supremo dolore e alla sua suprema speranza ad un tempo». Ma se c’è questa continua alternativa di gioie e di dolori, se ogni oscillazione in un senso è compensata da un’oscillazione in senso inverso, la proporzione non resta la stessa? Mille non sta a mille come dieci sta a dieci? E allora, perchè mutare?... Così la filosofia del Nietzsche, che sembra, ed è, il contrario di quella del Tolstoi, si confonde anche in questo punto con essa. I due pensatori si accordano nel riconoscere che i beni e i mali vanno insieme, che nessuno ha interamente ragione nè interamente torto: queste due verità, già ritrovate dal semplice buon senso, sono la quintessenza delle loro filosofie antagonistiche, e di tutte le filosofie.

Finalmente: il sistema del Nietzsche si chiude con la teoria del «Ritorno eterno». Egli sostiene, e a modo suo dimostra, che nel tempo infinito c’è una somma di forze costante e determinata; quindi che l’evoluzione universale passa eternamente per le stesse fasi e percorre eternamente uno stesso ciclo. Se così è, vuol dire che non vi sono avvenimenti nuovi nè definitivi; tutto ciò che sarà, è già stato; tutto ciò che è stato, sarà. Dunque il Superuomo è già esistito; dopo che