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ziale lucente nella penombra. Lo fece girare un poco nel dito eburneo, poi lo trasse, lo guardò contro la luce.

— Allora, possiamo divorziare. Quando ti domandai se, libera, mi avresti sposata, ti spiegai che la mia domanda non t’impegnava a nulla, perchè la legge della Stanlesia non ammette il divorzio. Ti nascosi la verità.... quella volta sola!... Nella Stanlesia il divorzio è ammesso; come negli Stati più liberali dell’America del Nord, si può pronunziare per dodici motivi diversi.... Questo anello si può spezzare, io posso tornar libera, sposare chi voglio....

E lo guardò.

Considerando anch’egli il cerchietto d’oro, sentì lo sguardo di lei pesargli addosso. Comprendeva di dover dire, con impeto: «Sì, è ciò che sognavo, è ciò che volevo, è ciò che voglio; la soluzione insperata, la felicità assicurata. Perchè non me lo hai detto prima? Perchè non mi hai risparmiato tante pene?...» Ma una specie di afasia gli impediva di proferir verbo. Sentiva di doverle strappare quell’anello, di dover fare il gesto di buttarlo via; ma una specie di paralisi gli saliva dalla mano al braccio, co-