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la messa di nozze 193

circonderò il tuo altare, o Signore, per udire la voce delle tue lodi e narrare le universe tue meraviglie».

Ella aveva fatto assegnamento sulla santità del luogo, sulla solennità del rito, per compiere l’opera di persuasione; sulle parole, gli accenti, i gesti del celebrante; sulle melodie e le armonie dell’organo, sulle luci velate filtranti dalle finestre istoriate, sulle faci ardenti dinanzi alle immagini sante.

— «O Signore, amai lo splendore della tua casa e il luogo ove abita la gloria tua. Non fare che si perda con gli empî, Dio, l’anima mia»....

E come un’onda venuta di lontano, sospinta ed incalzata da soffî gagliardi, ingrossata nella corsa rapida e fragorosa; come la piena d’un torrente improvvisamente gonfio dei mille rivoli d’una lunga pioggia dirotta, la memoria della fede nutrita nella remota adolescenza, delle preghiere recitate con cuore sincero, delle paure e delle speranze per la salute dell’anima invasero lo spirito suo. Le parole della Secreta, mormorate dal celebrante a capo chino, non si udirono; ma nelle supplicazioni del Canone,

De Roberto. 13