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la messa di nozze 203

e ondeggianti al vento, canute nella bassa conca del lago, bionde nel sole delle altitudini.

— Vi fermate a lungo? — domandò ella a Perez, col quale procedeva ora avanti.

— Non tanto quanto vorrei. Debbo purtroppo tornare alla scuola.

— Tenete compagnia al vostro amico, — soggiunse; poi, dopo una breve pausa, con voce più bassa ma con più calore d’accento: — Ne ha bisogno.

In fondo al sentiero, tra le sbarre di un cancelletto di legno, si vide una testolina affacciarsi, poi ad un tratto sparire con un breve grido di sorpresa.

— La vostra nipotina? — domandò ella, voltandosi verso Bertini.

— E la mia, del cuore! — rispose Perez.

Ora il cancello si schiudeva, e la bimba, precedendo il babbo, la mamma ed i fratelli, si avanzava con le manine incrociate sul seno per reggere un enorme fascio di fiori e di fronde, una messe tanto copiosa che la vestiva tutta e quasi le nascondeva il visino. Giunta dinanzi alla sposa si fermò, la guardò con gli occhi color di cielo, e disse: