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un sogno 235

addentro, dimenticandoci, quanto che ciascuno di noi debba vivere indelebilmente nella memoria e nel cuore dell’altro. Invece di aspettare che il caso compia l’opera sua più o meno lentamente e c’imponga a nostra insaputa la sua risoluzione, vogliamo interrogarlo subito ed uniformarci consapevolmente alla sua risposta?

«— In che modo?

«Trassi di tasca il taccuino, ne strappai due foglietti, scrissi sull’uno: «Partite», sull’altro: «Restate».

«— Ecco: vedete queste due parole su questi due pezzi di carta?

«— Le vedo. E poi?

«— Io arrotolo i cartellini in modo che non si possano distinguere l’uno dall’altro, li getto nel mio cappello, così.... Voi ne prenderete uno: se sarà quello dove si legge «Partite», partirò domani col primo treno, sparirò, non vi rivedrò mai più; se sarà l’altro....

«Ella mi guardò un istante con occhi ingranditi dalla curiosità e dallo stupore; poi scoppiò in una risata, una risata schietta, sonora, squillante, che ci attirò gli sguardi severi degli astanti scandalizzati.