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306 la bella morte

conversazione impegnatasi a capo della tavola fra il comandante in seconda e gli ufficiali a lui più prossimi, intorno alla missione della «Siracusa», domandò:

— Si va al Marocco?... Si sbarcherà?

— Pare. Non lo sapevi?

— No. Uno scritturale della Capitaneria, al porto, m’accennò.... Non compresi, con l’ansia di arrivare in tempo. Siamo fortunati, Marco! Uno sbarco, le cannonate sul serio, l’occasione di cogliere una fronda d’alloro!... Pensa quanti navigano da tanti anni, stupidamente, senza che un raggio di gloria....

— Ci credi alla gloria, tu?

— Sì, ci credo!... Credo a tante cose, ora; credo a tutte le cose belle, buone, nobili, grandi....

Erano un poco isolati dai compagni, all’estremità della tavola, di là dai posti vuoti degli ufficiali di servizio. Lembi di frasi, nello scroscio del mare, nell’acciottolio delle stoviglie, nel tintinnio dei metalli e dei cristalli, venivano dall’altro capo della mensa: «Una lezione a quei barbari.... Questo tempo ci farà ritardare.... Francesi ed Inglesi saranno già sul posto....»