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312 la bella morte

dava a Carleoni, al sorgere minaccioso d’ogni nuova cresta spumeggiante:

— Attenzione!... Faccia attenzione per la gente!...

— Agguantatevi! — gridava a sua volta il giovane, e l’operazione restava un momento sospesa, i corpi dei marinai si curvavano, sparivano, incappellati dall’ondata, per rialzarsi poco dopo. Allora il lavoro era ripreso con nuova lena. Snodate come lunghe e nere serpi, le rizze in cavo erano passate e ripassate attorno alle áncore, tesate a ferro ed assicurate alle bitte.

— Da bravi, ragazzi! — esclamava Carleoni, incorando i suoi uomini, lavorando con essi. — Fazio, agguántati bene, e passa questa cima sotto la marra....

Egli stesso si sporse fuori bordo per ricevere il cavo che il gabbiere gli tendeva da sotto l’áncora. Con lo zelo di uno che ha qualche cosa da farsi perdonare, diede anche mano a tesare i paranchi, esponendosi più del bisogno, quasi sfidando il pericolo.

Ma di momento in momento il lavoro riusciva più difficile; la furia del mare era spaventosa, sul gran lividore delle acque