Pagina:De Roberto - Spasimo.djvu/101

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IV.

Storia d’un’anima.

L’incertezza del giudice Ferpierre dinanzi al dramma di Ouchy era venuta crescendo. I risultati dell’autopsia non facevano alcuna luce: l’esame della ferita, molto netta, annerita dal fumo dell’arma, dimostrava che il colpo doveva essere stato esploso da una distanza di circa mezzo metro: se ciò confermava l’ipotesi del suicidio, non infirmava quella dell’assassinio, perchè l’omicida aveva potuto trarre il colpo da presso. Neppure le lesioni interne, il cammino del proiettile che seguiva una linea inclinata dal basso all’alto, permettevano di dare un giudizio preciso. Sulla persona della morta nessuna traccia di violenza: nè alle mani, nè ai polsi, nè al collo.

Mancando pertanto qualunque prova reale a sostegno d’una delle due sopposizioni, il Ferpierre sperava di trovarne qualcuna morale nel libro di