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114 spasimo

Se l’amore di noi stessi è il primo nostro bisogno reale, reprimerlo e posporlo all’amore degli altri dev’essere il primo nostro bisogno ideale. Gli uomini sono nativamente diversi: questa verità ingrata ci suggerisce l’ideale dell’eguaglianza. Sono idee che mi sembrano semplici; egli dice che sono rare...»

L’attenzione del giudice crebbe in quel punto. «Egli» non era il principe Alessio Petrovich? Quei ragionamenti intorno al problema sociale non datavano dal tempo nel quale i due amanti si erano incontrati? La narratrice pareva rispondere alla domanda che il Ferpierre si rivolgeva mentalmente, perchè da una pagina all’altra il tema delle memorie mutava e dalle speculazioni astratte ella passava a più intime confessioni.

«No, io non avevo ancora provato un turbamento simile. Volevo negarlo, ma non posso. Quest’ansia, questa febbre m’erano ignote.

«Lessi una volta che l’amore non è uno solo, e mi parve che lo scrittore mentisse od errasse, che non vi fosse se non un modo d’amare. No: egli ha ragione. L’affetto d’allora non somiglia al tumulto d’oggi; Luigi che era più esperto di me lo sentiva e non si contentava di ciò che gli davo. Dubitava dell’amor mio perchè non lo vedeva impetuoso e veemente. Mio padre dubitava della mia felicità per ciò. Dubito ora anch’io?...

«Fiocchi di nebbie s’insinuano fra le cime dei