Pagina:De Roberto - Spasimo.djvu/239

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la confessione 227

suo è giudicato forte, grande, ammirabile. L’amore che guida noi, il nostro sacrifizio cosciente, l’opera di salute alla quale attendiamo, sono condannati!

— Strana opera salutare la vostra, che vi fa versare il sangue, frattanto!

— Voi credete che una, che dieci, che cento vite importino quando è in giuoco il destino di tutti? Voi che avete paura del sangue, lo versate a fiumane nelle vostre guerre: tanto è il vostro orrore del sangue, che la suprema cura dei vostri reggitori è quella di armarvi. Qui, in questo vostro paese di libertà, non è l’esercizio della forza per uno scopo cruento il più onorato fra tutti? E non rispondete che vostro solo pensiero è impedire di essere sopraffatti e non già sopraffare; perchè tutti dicono così! Chi confessa di fare il male? Il bene è sulle bocche di tutti, degli assalenti e degli aggrediti. Stolte cupidigie, interessi bassi e meschini vi mettono in guerra. E nelle vostre guerre non è precetto sempre obbedito di sacrificare un soldato, una pattuglia, un’avanguardia, per la salute dei più? Noi facciamo un’altra guerra, più giusta, la sola giusta e santa: la guerra per la redenzione degli uomini contro tutte le nequizie e tutte le viltà, contro la fame, contro l’ignoranza, contro la prepotenza, contro la stessa vostra guerra. Se incontriamo un ostacolo lo spezziamo: una, dieci, mille vite che importano?