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qualcuno asserisce che è stata assassinata. Nessuno meglio di voi può aiutare la giustizia a scoprire la verità. Voi pensavate che ella si fosse tolta la vita; ora che avete udito l’accusa non dubitate?

La donna giunse le mani, malcerta, confusa.

— Che dirvi, signore!... È una cosa di spavento!... Io non so...

— Che pensate del vostro padrone? Lo credete capace d’aver commesso un delitto simile?

Ella rispose dopo un minuto di esitazione, ma risoluta:

— No.

— Perchè dite così?

— Volle molto bene alla signora, quando si conobbero. Le volle un bene pazzo. La consolò dei suoi tanti dolori.

— Che dolori?

— Soffriva, era mortalmente inferma. A distanza di pochi mesi perdette il padre e il marito; restò sola al mondo. Il signor conte morì anche in un modo spaventevole, schiacciato sotto un treno.

— Ma il principe poi la maltrattò?

— Sì, offese le sue credenze, l’abbandonò; ma ciò non è una ragione per sospettare questa cosa orribile.

— Rammentate quando, come, perchè cominciarono i mali trattamenti?

— In Italia, quando il signore fu espulso dal nostro paese.