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56 | spasimo |
Che cosa era per la vostra padrona il signor Vérod?... Dite quel che sapete. Bisogna scoprire la verità, punire i colpevoli se ce ne sono, vendicare la morte della povera signora se è stata assassinata. Volete che gli assassini restino impuniti?
— Vi dirò quel che compresi. La poveretta non mi parlò mai di lui. Una volta mi disse solamente: «Come è gentile il signor Vérod, è vero?...» Compresi che la sua compagnia, che la sua amicizia le erano molto gradite, benchè qualche volta lo evitasse...
— Come mai?
— Non so: alle volte pareva anzi che le dispiacesse, quasi che avesse avversione anche per lui. Ma era cosa passeggera...
— Forse temeva che il signor Vérod, come tutti gli uomini, non dovesse alla lunga trattarla con la delicatezza dei primi tempi?
— Non credo. Il signor Vérod è tanto buono! Forse temeva, sì; ma...
— Di che cosa?
— Di sè stessa.
— Allora, se ella aveva questa simpatia, e se il vostro padrone se ne accorse come voi, credete che egli divenisse migliore con lei per paura di perderla, per gelosia del Vérod?
Ella aperse le braccia e scrollò il capo.
— Non posso dire, signore.