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xv. don abbondio 289

caso; bisogno che, come lui, sentono tutti gli uomini deboli. I proverbii vi rappresentano per lo più il carattere del popolo ed anche delle persone : guardate quel popolo virtuoso, ch’è il popolo inglese, la cui essenza è nell’attività e nel lavoro, e quel popolo vi dice: «Il tempo è moneta»; mentre v’ha un altro popolo, che ama la voluttà del dolce far niente e che dice : «Il tempo è galantuomo».

Ora chi ha volontà forte attende al suo destino da se stesso, e chi ha « mezza volontà» destina in sua vece il tempo e dice: « Il tempo è galantuomo», lo che vuol dire confidare nella fortuna; questo è il sentimento de’ mezzi caratteri, delle mezze volontà.

Don Abbondio dopo di avere agitato varii partiti, e di averli tutti rifiutati, si fissò appunto ad una mezza risoluzione; l’importante, egli pensò, è di « guadagnar tempo, dando ciance a Renzo. Gli sovvenne a proposito, che pochi giorni mancavano al tempo proibito per le nozze, — e se posso», pensava, «tenere a bada per questi pochi giorni quel ragazzone, ho poi due mesi per me; e in due mesi e’ può nascere di gran cose — ».

Il Manzoni non esprime, ma accenna appena, e per sommi capi, tutto questo lavoro interno di don Abbondio. Ma noi dobbiamo cercare di vedere in esso il motivo comico, e qui richiamo la vostra attenzione. Dopo di aver pensato, don Abbondio parla solo; finge che Renzo gli sia dirimpetto e dice: — « Tu pensi all’amorosa; ma io penso alla pelle : il più interessato son io, lasciando stare ch’io sono il più accorto. Figliuol caro, se tu ti senti il bruciore addosso, non so che dire; ma io non voglio andarne di mezzo » — . Questa è la frase o l’espressione artistica; ma analizziamo un poco che cosa è questa frase, che cosa c’è in quella espressione.

Quell’espressione, o signori, è l’apologia che fa don Abbondio di se stesso : egli ha presa quella mezza risoluzione, ed or cerca di difenderla, e la scusa a se stesso, mentre non è venuto nessuno ad accusarlo; ma lo fa, sapete perché? Per persuadere a se stesso che quel che ha fatto lo ha fatto bene. Ma che bisogno c’è di questa scusa, che bisogno c’è di questa persuasione?

19 — De Sanctis, Manzoni.