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192 la logica di hegel

è l’Altro in sé — esistere rapportantesi su di sé, in sé con una determinazione, Bestimmung. Cosi la creazione appartiene all’in sé del qualcosa: colla sua creazione si muta il qualcosa: mutamento non più in sé, come il primo mutamento secondo l’essere per altro; ma posto nel qualcosa: la negazione è in esso immanente, il suo essere in sé sviluppato. Con questo passaggio di Bestimmung e Beschaffenheit l’uno nell’altro è posto il qualcosa mediante il toglimento della differenza o dell’altro. La qualità del qualcosa è la negazione dell’altro: qualcosa è per il toglimento dell’altro. Questo rapporto negativo, la cessazione di un altro in lui è il suo limite.

Limite — negazione della negazione.

Il limite è il non essere per altro: così qualcosa è per il suo limite o la cessazione dell’altro in lui: esso è mediante il suo non essere. Il limite è la mediazione, dove qualcosa e altro è, e non è. Essere e non essere sono momenti del qualcosa nel suo limite qualitativamente differenti. Qualcosa ha il suo esistere fuori del suo limite: così l’altro, che è pure qualcosa. Il limite come il non essere di ciascuno è l’altro di entrambi. Cosi l’immediato esistere (illimitato qualcosa) e il limite sono il negativo l’uno dell’altro. Ma questa differenza si toglie. La contraddizione di essere nel suo non essere produce l’inquietudine del qualcosa nel suo limite, in cui esso è immanente: il limitante diventa perciò principio o elemento del limitato: movimento, dialettica interiore, per cui p. es. dal punto nasce la linea, dalla linea la superficie ecc. Il qualcosa contraddicentesi scaccia sé da sé, e il punto così mediante il suo concetto passa nella linea, move sé in sé e la fa nascere.

Qualcosa posto col suo immanente limite come contraddizione di se stesso, per la quale esso internamente è stimolato a scacciarsi da sé, è il Finito.