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270 | la logica di hegel |
mediato in sé riflesso e l’intrinseco. Parimente le differenze formali, cioè l’intrinseco ed estrinseco, ciascuno è posto in sé come la totalità di sé e del suo altro; l’intrinseco è l’immediato come semplice unità in sé riflessa, e perciò tanto essere ed estrinsechezza quanto essenza; l’estrinseco è solo estrinseco come vario determinato essere, cioè posto come inessenziale e ritornato nel suo fondamento, così come intrinseco. Questo passaggio dell’uno nell’altro è la loro immediata identità come base; ma è ancora la loro mediata identità; cioè ciascuno è mediante il suo altro quello che esso è in sé, la totalità del rapporto. Perché ciascuna parte è la Totalità, è mediata dall’altra determinazione, la totalità si media con sé mediante la forma o la determinazione, e la determinazione si media mediante la sua semplice identità con sé. Ciò che è qualcosa, lo è quindi nella sua estrinsechezza; la sua estrinsechezza è la sua totalità, la sua unità in sé riflessa. La sua apparizione è non solo riflessione nell’altro, ma riflessione in sé, e la sua estrinsechezza è perciò l’estrinsecarsi di quello che essa è in sé; e in quanto cosí il suo contenuto e la sua forma sono semplicemente identici, esso è in sé e per sé niente altro che questo, di estrinsecarsi. Esso è il rivelarsi della essenza, sicché questa essenza consiste solo nell’essere ivi la rivelatrice di se stessa. L’essenziale rapporto in questa identità dell’apparizione con l’intrinseco o con l’essenza si è cosí determinato come Realtà.
SEZIONE TERZA
LA REALTÀ
Capitolo I
quadro vii: l’esistenza
L’unità dell’intrinseco ed estrinseco è l’assoluta realtà. Prima essa è l’assoluto come tale, cioè unità, in cui si è tolta la forma, e questa si è fatta vuota o estrinseca