Pagina:De Sanctis, Francesco – La giovinezza e studi hegeliani, 1962 – BEIC 1802792.djvu/281

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essenza 275

mento. Come opposti, hanno un fondamento, cioè non sono in sé e per sé, ma in. un altro — posto non mediato passaggio dell’uno nell’altro, dell’intrinseco ed estrinseco, del riflesso e dell’essere — momenti dell’assoluta forma. Questa assoluta inquietudine del diventare di queste due determinazioni è l’Accidente. Ma perché ciascuna passa immediatamente nell’opposto, ciascuna ivi concorda con sé: e questa identità di ciascuna nel suo altro è la Necessità. L’accidentale è il reale determinato, come possibile: così il reale toglie il suo immediato, ed esce in rapporto fondamentale, cioè in fondamento o essere in sé e fondato. Il necessario quindi i) come immediato, è il reale vuoto di fondamento: esso è: l’essente è esso stesso il necessario. 2) Ma l’immediato si toglie: esso ha la sua realtà mediante un altro o nel suo fondamento — esso è in sé: questa riflessione in se è diversa dall’immediato dell’essere, è un altro, e la necessità dell’essente è un altro: Tessente non è il necessario. 3) Ma questo essere in sé è solo un essere posto, esso è tolto o si riflette in sé: così è un immediato, o il Reale. La Realtà nella sua differenza o nella sua possibilità identica con sé è la Necessità — ma solo formale, perché i suoi momenti, reale e possibile, sono solo formali, cioè semplici determinazioni, solo immediata unità, che sono totalità solo come immediato passare dell’una nell’altra, e così non hanno la forma di sostanzialità, non sono in sé riflesse.

b)

RELATIVA NECESSITÀ


Reale Realtà.

La Necessità formale è unità semplice e rispetto alla sua differenza indifferente. Come immediata, essa è Realtà; ma determinata come indifferente rispetto alla differenza delle determinazioni formali, cioè di sé e del possibile, ha un contenuto. Questo come indifferente contiene in sé la forma come indifferente, cioè differenti determinazioni, ed è