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Pagina:De Sanctis, Francesco – La poesia cavalleresca e scritti vari, 1954 – BEIC 1801106.djvu/177

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i72 la poesia cavalleresca

pica, nei secondi cinquanta fu tisica. Prima i poeti gonfiano la poesia

Le Metafore il sole han consumato

Si volle curare la malattia: i medici furono gli Arcadi; sostituirono alla gonfiezza la freddura, l’ariditá, il gelo di contenuto e di forma. Prendevano nomi di pastori e cantavano convenzionalmente pastorelle; è il certificato di morte dell’Italia.

C’era un canonico fra gli Arcadi, un canonico Niccolò Forteguerri, che aveva una villa, in cui riuniva molti giovi notti e giovinastri per ammazzare il tempo leggendo Ariosto. Una sera un tale osservò che l’Ariosto aveva dovuto faticar molto per fare il canto di Olimpia. Si fece come chi avendo l’animo venale domanda per prima cosa vedendo un bell’oggetto: quanto costa. Forteguerri rise e promise per la sera seguente un canto simile a quello e tenne parola, ed in meno d’un anno pisciò il Ricciardetto. Pretende far ridere e fa piangere chi pensa alla nostra decadenza d’allora. Ricciardetto ha ucciso il fratello di Despina che viene in Francia per vendicarlo; se ne innamora, fa saltare Carlo in una mina per aria, lo sposa e lo fa imperatore. Vi aspettate in Despina il contrasto d’una donna che ama l’uccisore del fratello. Nient’affatto. Non v’è nulla d’umano. Forteguerri ha voluto riprodurre le storie fantastiche e gli scandali dell’Ariosto.

Le storie fantastiche sono testimonio d’una immaginazione canonicale depravata. Ferrati diviene cristiano, si monaca; è lussurioso e piú volte la donna gli fa negar l’anima. Finalmente i Paladini lo mettono in un’isola fra vecchie bruttissime. Ferraú se ne fugge con una di queste in Francia dove ruba una monaca e Rinaldo e Ricciardetto lo legano a un albero.

Zif e lo concian pel di delle feste.

Questo canonico doveva frequentar le osterie. Astolfo e Ferraú si trovano in un’osteria dove dormivano in una sola camera tutti. Spenti i lumi s’alzano Astolfo e Ferraú che vanno