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i96 | frammenti letterari |
sue arringhe furono cantate ed epitalamii, e l’avvocato divenne un poeta di nozze, molto vantato, e spesso invitato nelle case signorili. Restano di lui tre epitalamii, e sono storie mitologiche e idilliche, dov’è visibile l’imitazione del Tasso e del Marino. Uno è per le nozze di Antonio Pignatelli e Anna de’ Sangro, e vi si raccontano gli amori di Venere e Marte, a’ quali s’intrecciano gli amori degli sposi, e naturalmente Anna è Venere, e Antonio è Marte. Vi trovi il monte dell’Amore che ricorda il giardino di Armida, e tutto il vecchio repertorio mitologico, immagini e concetti. Ecco come Anna è descritta:
Se in giro in liete danze il passo mena, Se tace o ride, o se favella o canta. Porta in ogni suo moto Amore accolto, Pallade in seno e Citerea nel volto. Vicino al lato suo siedono al paro Con la dolce consorte il genitore, Coppia gentil d’illustre sangue e chiaro. Vivi esempli di senno e di valore; Alme che prima in ciel si vagheggiaro, E poi quaggiú le ricongiunse Amore; E dier tal frutto che non vede il sole Piú nobil pianta e piú leggiadra prole. |
Sono ottave mediocrissime e poco limate, ma dove giá trovi facilitá di verso e di rima, e molta chiarezza. Un’ottava dove descrive Anna che canta, rivela nell’evidenza e nel brio del colorito una certa genialitá, e nel meccanismo de’ suoi parallelismi la maniera del Tasso:
La voce pria nel molle petto accolta Con maestra ragion spigne o sospende; Ora in rapide fughe e in groppi avvolta Velocissimamente in alto ascende; Ora in placido corso e piú disciolta Soavissimamente in giú discende; I momenti misura, annoda e parte, E talor sembra fallo ed è tutt’arte. |