Pagina:De Sanctis, Francesco – La poesia cavalleresca e scritti vari, 1954 – BEIC 1801106.djvu/258

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luigi settembrini 253
e corrente, con la mente serena, il cuore non mi batte. Mio Dio, ti ringrazio di quello che operi in me; anche in questi momenti io ti sento, ti riconosco, ti adoro, e ti ringrazio. Mio Dio, consola la sconsolatissima moglie mia e dalle forza a sopportare questo dolore. Mio Dio, proteggi i miei figliuoli, sospingili tu verso il bene, tirali a te, essi non hanno padre, son figli tuoi: preservali da’ vizi: essi non hanno alcun soccorso dagli uomini, io li raccomando a te, io prego per loro. Io ti raccomando, o mio Dio, questa patria; dá senno a quelli che la reggono, fa che il mio sangue plachi tutte le ire e gli odi di parte, che sia l’ultimo sangue che sia sparso su questa terra desolata... Mia Gigia, io non posso piú proseguire, perché temo che il cuore non mi vinca; io non so se potrò piú rivederti... Addio, o cara, o diletta, o adorata compagna delle mie sventure e della mia vita. Io non trovo piú parole per consolarti, la mano comincia a tremarmi. Abbiti un bacio simile al primo bacio che ti diedi. Danne uno per me al mio Raffaello, uno alla mia Giulia; benedicili per me. Ogni giorno, ogni sera che li benedirai, dirai loro che li benedico anche io. Addio.


Tuo Marito
Luigi Settembrini.


E ora, permettetemi una riflessione. Uno può esser martire, e può essere insieme un uomo abietto. Uno può combattere, può morire per il suo paese, e può essere un uomo indegno. La grandezza non è nell’azione, è nello spirito che tu ci metti dentro. Se in quell’azione c’è vanitá, o ambizione, o desiderio di onori, o di emozioni, o di avventure, dite, quale grandezza ci é qui? O Settembrini, com’è bella questa tua lettera! dove non è vestigio di iattanza, o di vanitá, o di odio, o di rancore, o di speranze deluse; dove è la fede e la puritá di un santo: dove Dio, virtú, patria e famiglia si compenetrano, sono cielo e terra, sono una sola religione. In veritá in questo secolo non vedo nessuna grandezza morale pari a questa. E se in noi non è spento ancora il senso della vera grandezza, se sappiamo distinguere ancora gli eroi dalle vanitá clamorose, siamo fieri che Luigi Settembrini è nato in Napoli, e siamo lieti che per clemenza della storia i grandi soli sopravvivono, e coprono con la loro grande ombra molte vergogne e molte bassezze.