Pagina:De Sanctis, Francesco – La poesia cavalleresca e scritti vari, 1954 – BEIC 1801106.djvu/295

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vedermi giorno per giorno sbocciare innanzi questo e quel fiore, ora rivelarsi una intelligenza, ora disegnarsi un carattere, ora un rozzo spirito visibilmente trasformarsi. A Zurigo il 9 agosto del i856 ricevei una lettera che conservo, cara memoria. Cito alcuni brani:

Quale impressione ha fatto su di me la vostra scuola, non posso dire. Mi sento un altro. Perdonate, se anch’io, lo scolaro, sciolgo il freno a’ miei intimi sentimenti. Voi siete il mio gran benefattore, ed io sono il gran debitore. Non sono adulatore, parlo col cuore sincero di buon tedesco. E potessi io divenire il vostro amico! Ma, giovane inesperto ancora, senza profonde cognizioni, non posso essere vostro amico adesso: troppo grande è la differenza. Spero di esserlo piú tardi, quando mi son fatto degno, divenuto uomo di pratica, di carattere provato, di piú fina coltura. Questa sará la mia mira. Se mi sará permesso di stringere un giorno con voi il legame dell’amicizia, questo mi nobiliterebbe, mi migliorerebbe. Che bella relazione è tra maestro e scolari, come voi l’intendete! Cosi, penso, intendeva Socrate l’uffizio di maestro. Voi non volete solo insegnarci quello che sapete; ma vivere con noi, studiarci, formare il nostro spirito, farci buoni cittadini e capaci figli delle scienze «per continuo influsso». Divenuto anch’io maestro un giorno, seguirò il vostro sistema alla meglio, voglio dirmi il vostro scolaro nel vero senso.

Era appena un anno che assisteva alle mie lezioni. Ci venne ispido, timido, tutto ancora involuto in sé. Stava li in fondo, solo, non curato da alcuno. E venne alfine il suo giorno. Scrisse un buon lavoro, tutti gli occhi furono sopra di lui, piacque a sé stesso. E, come dice lui, si senti un altro. Gli è che quell’altro gli si era andato formando a grado a grado al di dentro, per continuo influsso, come egli dice nel suo linguaggio pittoresco. E la scuola è appunto questo continuo influsso.

Una scuola simile ho iniziata in Napoli, sono pochi mesi. Qui era la tradizione della prima scuola1. Mi presentavo ai figli de’ miei vecchi discepoli. Avevo gran desiderio di tastare questa

  1. Dal i838 al i848.