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L’IDEALE


Comincio col dare il benvenuto a’ nostri amici e soci.

Ci siamo abbastanza riposati e divertiti. Oramai la villeggiatura è finita ed eccoci di ritorno a’ nostri cari ritrovi.

Noi questo anno vi offriamo una serie non interrotta di conferenze, in maniera che se ne abbia almeno una al mese, e cosí pure di letture e di conversazioni.

Per non tornare su questo particolare, vi annunzio fin da ora una prima lettura per la sera di giovedí 22, che sará fatta dall’onorevole nostro amico e socio prof. Persico intorno a una sua novella.

Mi ero proposto di farvi una conferenza, ed il piú difficile per me è stato trovarne il tema, l’argomento. Mi son messo per piú tempo a fantasticarvi su, e da ultimo, stanco, mi sono bruscamente interrotto, ed ho detto a me stesso: — Che cosa è ciò che mi spinge ad occuparmi tanto del Circolo filologico? che spinge tutti i soci a promuoverne l’incremento? — . E mi son subito risposto: — Tutto questo è quel sentimento del dovere che ci spinge a procurare il bene degli altri, il sentimento dell’ideale — .

E giunto a questo punto ho gridato anch’io: — Eureka — .

Ma l’uomo ha dentro di sé quasi un doppio uomo, quasi due persone, di cui una fa la baia all’altra. Epperò mi sono novellamente interrotto, e mi son detto: — Professore, come vi salta in mente di fare una conferenza sull’ideale? parlare dell’ideale in un tempo in cui tutto è reale? Voi correte il rischio di passare