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IL IV CONGRESSO DEGLI ORIENTALISTI


Io invito quest’eletta adunanza a toccare i bicchieri in onore del nostro giovane Re, bandiera bene augurosa d’Italia (applausi), la quale sorta a vita nuova, aspira a riempire la lacuna, che la sua decadenza lasciava nella storia della civiltá.

Dunque, viva il Re! (applausi ripetuti: Viva il Re! viva l’Italia!).

E non vi sará discaro di bere ancora alla salute del Principe, che, inviato qui dal re a rappresentarlo, si è fatto nostro compagno, ha partecipato alle nostre impressioni, ci ha seguito nelle nostre escursioni, collocato tanto piú alto nella nostra opinione quanto egli si è mostrato piú amabile e piú semplice (applausi fragorosi: Viva il Duca d’Aosta!).

Ed ora mi resta a compiere un altro dovere. Costretto per necessitá d’ufficio a partire di qui, io non posso risolvermi a lasciarvi senza esprimervi in nome del Governo, e anche, oso dirlo, in nome della nazione italiana, la grande soddisfazione che la vostra presenza qui ci ha recata, perché voi non siete un Congresso ordinario, che si rinchiude in questo o quel ramo dello scibile, o discute questa o quella quistione, ed attiri un piccolo numero di cultori e non lasci che scarsa orma dietro di sé. Voi siete i conquistatori d’un mondo nuovo, che offre alla vista nuove forme e nuove immagini: voi avete ricreato un nuovo mondo poetico, nuovi elementi di coltura e di civiltá: voi siete non questo o quel ramo della scienza, voi siete tutto il sapere rinnovellato (molte voci: bravo).