Pagina:De Sanctis, Francesco – La poesia cavalleresca e scritti vari, 1954 – BEIC 1801106.djvu/331

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ci è dato trovare differenze di qualitá tra noi e il nostro «di lá», altro che vaghe e a base umana. La concezione rimane solo adunque ideale, una nostra idea, il cui riflesso luce sulla faccia degli esseri da noi foggiati.

Piú l’uomo si chiude nel proprio io, e piú è vicino all’animale. Sentire, foggiare, pensare il «di lá» della nostra esistenza, ci mette in comunione col Cielo, dove con gl’infiniti mondi stiamo noi pure; ci santifica, ci nobilita, ci reca nell’anima i mormorii e i fantasmi di esistenze superiori, ci sveglia il senso del mistero e dell’infinito.

Martino Lutero, predicando l’unione immediata dell’anima col mondo superiore, fu il redentore del pensiero, il creatore del sentimento religioso.