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8 primo corso tenuto a torino: lez. i


grezza, comune a tutti, che attende lo scarpello. Dante la trovò morta e la fece immortale.

Volete voi misurare la infinita distanza che è tra questi leggendarii e Dante? Io gli porrò a rincontro non un plebeo narratore, ma un grande uomo, un uomo di animo dantesco, Gregorio VII.

Arcidiacono ancora, predicando al cospetto di Niccolò II, narra Ildebrando di un conte ricco e, ciò che è proprio un miracolo — egli osserva — in quest’ordine di persone, onesto uomo insieme. Questo conte, morto dieci anni innanzi, fu visto, da un santo uomo ratto in ispirito, starsi al sommo di una scala lunghissima, che sorgeva inviolata in mezzo ad un vortice di fiamme ed andava a perdersi giú nel tenebroso caos dell’inferno. Su ciascuno scalino stava uno degli antenati del conte, con quest’ordine: che, quando alcuno moriva di quella famiglia, doveva occupare il primo gradino, e colui che innanzi vi giaceva e cosí tutti gli altri discendevano d’un passo verso l’abisso, dove tutti, l’uno appresso l’altro, si sarebbero riuniti. E chiedendo il santo uomo, maravigliato, la ragione di questa legge terribile e come fosse dannato il conte, che aveva lasciato in terra fama di tanta bontá, si udí una voce rispondere: — Per un territorio della chiesa di Metz, che uno de’ loro antenati, di cui il conte è l’erede in decimo grado, tolse al beato Stefano. — L’effetto che questo racconto produce sull’animo nostro nasce dalla natura stessa dell’invenzione, rimasta cruda e ruvida, ma contenente in sé un germe vivace di alta poesia. In luogo di quei castighi grossolani e materiali, a cui si abbandona la fantasia de’ suoi contemporanei, Ildebrando ci mostra l’inferno nel sublime di un lontano indeterminato, e lo pone costantemente dinanzi a’ suoi condannati, che a grado a grado vi si avvicinano infino a che non vi cadano entro: e cosí, come quel tiranno che voleva che le sue vittime sentissero di morire, il terribile prete vuole ch’ei sentano l’inferno e ne fa loro gustar l’amarezza a goccia a goccia. Verrá tempo che un laico a sua volta immaginerá anch’egli la sua scala, e v’imborserá i papi simoniaci l’uno sotto l’altro, e l’ultimo morto ve lo porrá capo in