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Pagina:De Sanctis, Francesco – Lezioni sulla Divina Commedia, 1955 – BEIC 1801853.djvu/141

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vari elementi nel canto iii i35


per dover risalire su in Malebolge. In effetti Ciacco non è un goloso ma un personaggio storico: bene egli parla del suo vizio; ma in che modo?

                                         Voi, cittadini, mi chiamaste Ciacco:
[Per la dannosa colpa della gola,
Come tu vedi alla pioggia mi fiacco.]
               

Qui il vizio è narrato non rappresentato; ed in poesia ciò che è narrato è indifferente; solo ciò che è rappresentato ha un significato: il significato di questi versi è d’egsere insignificanti. E cosí, quando [Dante] ci pone davanti gli accidiosi, egli non degna di nominarne neppur uno; e come sapete, il riso ha luogo solo quando si scende nel particolare: il generale può esser talora sublime, ridicolo non mai. Lasciando dunque da parte tutto il comico, quantunque il soggetto ve lo allettasse, egli si innalza per contrario a quanto il tragico ha di piú alto e lo spirito di piú elevato. E quale figura gli si afEaccia la prima dinanzi! Percorrete tutto il Paradiso dantesco, e voi non troverete un’anima cosí bella, cosí gentile, cosí pura, come Francesca da Rimini: è una visione di paradiso che troviamo all’ingresso dell’Inferno. La passione ha virtú di rendere un infinito, un Dio l’obbietto del desiderio: tutto l’universo va a concentrarsi nelle labili forme d’un individuo. L’universo dell’amante è l’amato, del goloso il cibo, dell’avaro è l’oro. Rifate ora il cammino. Stracciate la benda che vi vela gli occhi; spogliate quell’obbietto de’ vaghi colori che la vostra fantasia gli ha prestati; ed esso non vi basta piú; e l’orizzonte vi si allarga, e voi salite alla patria, all’umanitá, all’universo, a Dio. Si è disputato se il fondo della poesia debba essere l’individuo in cui si raccolga l’universo, o Dio, il fato che soprastia a tutte le cose. Inutili dispute! La poesia come l’umanitá dee percorrere tutt’i circoli della esistenza, dal piú umile individuo infino all’altezza di Dio; onda perenne d’inganni e di disinganni; l’inganno costituisce tutta una epoca di poesia; il disinganno produce la morte dell’una e porta in sé il germe della