Pagina:De Sanctis, Francesco – Lezioni sulla Divina Commedia, 1955 – BEIC 1801853.djvu/184

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i78 secondo corso tenuto a torino: lez. ii


gogna della razza umana, ciò che la plebe ha di piú feroce e abbietto fatto uomo e vestito di porpora; una subita reazione succederebbe in voi, e la pietá e il sublime resterebbero sepolti sotto il disprezzo e lo schifo. Vi sono grandi mali fatti da piccoli uomini; e se voi volete raggiugnere la grandezza, voi dovete mostrarmi l’incendio e mostrarmi la mano, unica specie di sublime che rimane a Malebolge. È il sublime di Bertram dal Bornio; o piuttosto è il sublime di un busto senza testa. Nelle parole che il poeta gli pone in bocca, vi è la colpa e il castigo; niente vi è che riveli il suo carattere, le vili passioni che lo spinsero al delitto, i piú vili mezzi che pose in opera. Vi è la colpa, vi manca il colpevole. Il sublime preparato dal poeta, che ha innanzi agli occhi quello spettacolo e non si assicura di dirlo al lettore, è posto in quel busto che cammina come un uomo vivo, e che si fa lanterna di un capo tronco che tiene per le chiome; è posto in quel capo mozzo, vivo, che guarda e dice: «Ohimè»; è posto nell’insieme che si spiega successivamente allo sguardo. Un busto ed un capo sono le due parti in cui naturalmente si divide il corpo umano, di cui l’una richiama l’altra; se vedi in un quadro una testa, la fantasia appicca il busto a quella testa; se vedi una statua senza capo, la fantasia appicca il capo a quella statua. Prima ci è innanzi il busto che tiene un capo «pesol per mano», e quel busto ci pare un essere distinto dal capo; poi quel capo mozzo ci è innanzi, e quel capo ci pare un essere distinto dal busto. Il sublime è nella idea stessa della divisione, che è nella colpa, e che è resa visibile nella umana persona, si che il buon senso ti dice: — È una — e l’occhio ti risponde: — Son due. — Aggiungete a questo spettacolo le cervella, il sangue ed i nervi, ed il sublime traligna nel disgustoso. Dante se ne è ben guardato. Questo canto degli scismatici è uno spettacolo disgustoso, ma di modo che dalle minugia e dalla corata, passandosi per la figura non ignobile di Mosca Lamberti, il disgusto si purifica e si idealizza fino al sublime dell’orrore: è una materia putrida che si organizza a poco a poco, insino a che ne scintilla una sublime creazione. Vi è una scuola moderna, la quale, reagendo alle freddure arcadiche, ci mostra