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il canto dei simoniaci 205


sonalitá, il vizio lo tiene attratto nella sua orbita ancora che egli repugni, e nel suo linguaggio è qualche cosa di acre, di bilioso, di poco sereno: è il difetto di Giovenale, il difetto di Menzini. Il sarcasmo dee purificare se stesso, quella bile si deve risolvere, quell’amarezza si dee raddolcire; dal fondo oscuro di Malebolge, dalla caricatura, dall’ironia e dal sarcasmo noi dobbiamo riuscire all’aria libera, alla grande poesia. Bonifazio, Niccolò III, Clemente V, il brutto debbono scomparire, e allora ci stará innanzi un uomo bello di passione e di collera, che soprastá loro di tutta l’altezza del suo carattere, di tutta la bellezza della sua anima. Il sentimento morale offeso, comune a tutti, che in noi si chiama virtú ed in lui si trasforma e diviene il genio, fa sgorgare dal suo labbro eloquente una magnificenza d’immagini, uno splendor dí concetti che ti abbaglia ti empie d’ammirazione e ti fa esclamar con Virgilio: «Alma sdegnosa, [— benedetta colei che in te s’incinse!»] e ti fa pender dal suo labbro con la stessa compiacenza di Virgilio:

                                         Io credo ben che al mio duca piacesse,
[Con si contenta labbia sempre attese
Lo suon delle parole vere espresse.]
     

Dalla ultima prosa noi saliamo cosí alla piú alta poesia. Applichiamo.

Vedete un uomo capovolto con le gambe in aria. La pena è qui una caricatura; e voi ve ne avvedete alla prima impressione che ne riceve il poeta. Quel tener di sotto il di su, quello starsene lí fitto come un palo, è il grottesco della pena che si presenta a prima gittata d’occhio. Né la pena è solo una caricatura, ma una crudele ironia. Quest’uomo, che sta con la parte superiore, ch’esprime maggioranza e comando [che] sta con la testa riversata in giú, quest’uomo in terra stava in cima di tutto il genere umano. Caricatura e ironia che non ci rallegrano, che ci fanno pensare; il poeta non dá tempo al riso; la caricatura non è ancora spuntata, che giá il sarcasmo la uccide, sopraggiunge l’immagine infame e vile dell’assassino, fitto in quel tempo