Pagina:De Sanctis, Francesco – Lezioni sulla Divina Commedia, 1955 – BEIC 1801853.djvu/220

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2i4 secondo corso tenuto a torino: lez. vi


elleno si mostrino per fare il loro effetto. Ma mi direte: — Se queste idee sono ammesse, perché fanno impressione? — Quando un argomento ci si presenta innanzi, esso risveglia dalla mente una parte d’idee morte scientificamente e viventi ancora nel volgo, un’altra parte divenute senso comune, un’altra parte giá esauste, e perciò assottigliate e manierate. E lo scrittore volgare non sa disnebbiarlo da quest’atmosfera pesante: e cosí monsignor Della Casa nella sua ciceroniana orazione a Carlo V, ti dimostra che la clemenza è una virtú, che i principi debbono perdonare, ed altre trivialitá che dovettero annoiare il suo augusto uditore. Difetto in cui cadono per lo piú i cinquecentisti, che perciò sono ineloquenti e spesso noiosi, perché vogliono tutto dimostrare, anche ciò che nessuno loro contrasta. Idee e parole sono cose che si consumano con l’uso: e chi dice la prima volta una cosa, osserva il Voltaire, è un grand’uomo: chi la ripete è un grande sciocco: innanzi all’uomo d’ingegno l’argomento si monda si dirugginisce: innanzi al Machiavelli Tito Livio stato infino allora testo di erudizione e di citazione si rianima, e splende d’un nuovo significato: è questo il non fallibile indizio dal quale conoscere l’uomo d’ingegno. Si credette un giorno che il sangue de’ fanciulli svenati valesse a ringiovanire i vecchi; ma nella vita individuale niente rifiorisce:

                                         Né perché faccia aprii ritorno.
Si rinfiora ella mai, né si rinverde.
     

Ma questo che è un assurdo nell’individuo, è il miracolo della societá; ed è l’ingegno, il sublime fanciullo che rimette nuovo sangue nelle vecchie vene de’ popoli e li rinfranca alla vita. Ma mi direte: — Questo è facile a dire, e ce l’avete giá detto altra volta: in che consiste questo sprigionarsi dall’abitudine? — Lo spettacolo quotidiano impedisce che in noi si generi la reazione: e la reazione sono le immagini del giusto del vero del santo del bello del diritto, che sono in noi, della cui veritá non dubitiamo ma a cui non pensiamo abitualmente: il fatto