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3i2 | dai riassunti delle lezioni a zurigo |
La forma che prende il sentimento terreno è il satirico. La nostra attenzione è riposata, passando dalla considerazione di pensieri astratti alla rappresentazione di cose viventi.
Fede ed innocenzia son reperte Solo ne’ pargoletti; poi ciascuna Pria fugge, che le guance sian coperte. Tal balbuziendo ancor digiuna. Che poi divora con la lingua sciolta Qualunque cibo per qualunque luna; E tal balbuziendo ama ed ascolta La madre sua che con loquela intera Disia poi di vederla sepolta. |
Qui però vi è un sentimento contenuto; ci è un fondo satirico non la forma. Al contrario vediamo comparire una vera invettiva mista di caricatura, d’ironia, di sarcasmo nel ritratto che nel canto ventesimonono fa Beatrice de’ predicatori fiorentini. Pure son queste digressioni, non legate necessariamente col soggetto, non immedesimate col ragionamento. Esempio di poesia perfetta, dove sentimento e pensiero concorrono a produrre il medesimo effetto, è il discorso di S. Tommaso citato di sopra, dove il pensiero è esposto per via di esempli, e con vivaci applicazioni alle cose terrene.
Non sien le genti ancor troppo sicure A giudicar siccome quei che stima Le biade in campo pria che sien mature. Ch’io ho veduto tutto il verno prima Il prun mostrarsi rigido e feroce, Poscia portar la rosa in su la cima; E legno vidi giá dritto e veloce Correr lo mar per tutto suo cammino, Perire al fine all’entrar della foce. Non creda monna Berta e ser Martino, Per vedere un furare, altro offerere Vedergli dentro al consiglio divino: Ché quel può surger e quel può cadere. |