Pagina:De Sanctis, Francesco – Lezioni sulla Divina Commedia, 1955 – BEIC 1801853.djvu/444

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438 nota


Lez. IX. — È il saggio, come giá si è detto, che il Laurini pubblicò a parte col titolo: Beatrice.

P. 6i, r. 27. Il Romagnoli {Lezioni e saggi su Dante citt., p. i32) corregge, forse a torto: «varietá storica» in «veritá storica», perché il De Sanctis intese dire: varietá degli eventi storici.


Lez. X. — È monca del principio; quello che avanza corrisponde alle pp. i06-8 del saggio cit.: Carattere di Dante e sua utopia, tranne i periodetti riportati a: p. 75, rr. i-4 fino a: «Nella sua vita vi sono tre tempi»; p. 76, rr. 3-5 e 35-37. Dopo queste ultime righe il De Sanctis, allorché attendeva a Zurigo a comporre il libro su Dante, chiuse la lez. I {ms. XVI. C. 36) col notevole brano, che qui riporto, e che tralasciò nel saggio: Carattere di Dante e sua utopia, costituito appunto, in gran parte, da quella lezione:

Ma dal fin qui detto si può trarre giá una conseguenza importante. Non fu, non poteva essere un puro poeta, un semplice organo nato per suonare. Dante non è spinto all’arte solo dall’arte; ma dalla religione, dall’amore, dalla patria, dalla scienza; si accosta alla poesia, pieno di passioni e di preoccupazioni, con fini particolari. Non s’innamora delle belle forme, ma dell’idea, e perché ci crede, perché ci si appassiona, quella gli comparisce bella. Nel suo entusiasmo, nella sua ispirazione ci entra l’amore dell’arte; ma insieme ci entrano molte passioni e molti interessi. Può essere un bene e può essere un male. Se in lui fu bene o male, lo vedremo a suo luogo; per ora questo è il fatto.


Lez. XI. — Corrisponde anch’essa, tranne piccoli spostamenti o aggiunte, alle pp. i08-9 del saggio cit.: Carattere di Dante e sua utopia, e forse doveva proseguire come questo prosegue.

Aggiunte: p. 77, rr. 8-i0 e 19-24, fino alla r. 2 della p. 78.

Ho chiuso tra virgolette la fine del periodo che manca nel foglietto autografo delle carte XVI. A. 72, e che ho riportato dal saggio cit.


Lez. XIII. — Di questa solo il principio è rifuso nella St. d. lett. it., I, pp. i77-78.


Lez. XIV. — Cfr. St. d. lett. it., I, pp. i78-8i.

P. 93, r. i3. Nel ms. XVI. A. 72 si legge, per evidente distrazione dell’amanuense, o del De Sanctis: «in bocca di Ciacco».