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Lezione VII

ALLEGORIA GENERALE DEL POEMA DANTESCO


In ciascuna finzione dantesca si nasconde una veritá o moralitá spesso volgare: talora il poeta stesso ne fa accorto il lettore, come nei noti versi:

                                         O voi che avete gl’intelletti sani,
Mirate la dottrina che s’asconde
Sotto il velame degli versi strani.
               


Dove egli, secondo che nota un cementatore, intende nel fattodi Medusa mostrarci come l’uomo rimane facilmente invescato ne’ diletti sensuali, quando non si copre con lo scudo della ragione. Forse ha voluto intender questo, forse altro: gli è una specie di fabula docet, di quelle massime triviali di prudenza e di sapienza, che si possono cavare a dozzina da ogni favola e da ogni racconto. Il lettore, se veramente ha l’intelletto sano, non si dee dar pensiero piú che tanto di questi concetti affatto estrinseci al contenuto poetico, che si possono applicare a tutte le poesie, di quegli ammaestramenti che l’avolo, il babbo, il maestro sogliono trarre coi denti dalle storie e che non valgono che ad annoiare i fanciulli: essi ricordano il fatto ed obliano il precetto. Per gustare la poesia egli è necessario che noi ci abbandoniamo alla favola con tutta l’anima, con perfetta illusione. Se voi mi arrestate bruscamente e mi dite: — Guardate, tutto ciò è immaginato a bello studio per insegnare questo e