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beatrice 73


giovane mente; era ella per lui il tipo del buono e del perfetto: questo tipo si è ora arricchito; ella è ancora bontá e perfezione, ma bontá e perfezione, che si comprende, che ha coscienza di sé: non solo buona, ma sapiente; non solo volontá, ma intelligenza.

Cosi la nuova Beatrice contiene in sé l’antica, ed è ancora qualcosa di piú: è il primo e il secondo amore, la donna, la santa e l’idea, il passato e il presente di Dante, non figura l’uno dell’altro, ma fusi insieme, il fantasma del passato trasformato dal tempo e trasfigurato dalla poesia.

E questa è una storia volgare, la storia di tutt’i giorni.

Il tempo trasforma corpi e idee; l’uomo si muta inconsapevolmente, e con lui il concetto ch’egli si fa delle cose, e con lui tutto ciò ch’egli ama, sente e pensa.

Nella nostra giovinezza la realtá è ancora intatta, è Beatrice donna: il tempo a poco a poco l’assottiglia e la spiritualizza, insino a che negli ultimi anni ella diviene rimembranza, fantasma, un’abitante del mondo dantesco, e noi viviamo nel regno dell’ideale, nel regno delle ombre. Giovani trasmutiamo le idee in corpi; vecchi trasfiguriamo i corpi in idee: è doppia poesia, poesia omerica e dantesca, pagana e cristiana, Elena e Beatrice, o, secondo il contrapposto mirabile del Goethe, Elena e Margherita, la Beatrice a due facce, quella della lirica e quella della Divina Commedia, la donna e la santa congiunte e sublimate in una sola idea e nello stesso circolo poetico.

La poesia non è un’allegoria, ma una trasfigurazione, in cui il nuovo contiene l’antico. La storia è ella stessa, in ciò che ha d’intimo, un’alta poesia, poesia vivente. E che altro è la storia dell’umanitá se non un passare indefatigato di forma in forma, di forme vecchie ed esauste in forme giovani e vivaci e sempre men corporali con costante indirizzo verso il suo tipo divino? E che altro è la storia della societá se non un regolato progresso dalla fantasia alla ragione, dalla barbarie alla civiltá, dalla parola all’idea, dal simbolo al pensiero, da Beatrice donna a Beatrice idea? E qual è il concetto sostanziale dello stesso mondo dantesco se non un perenne salire di carne a spirito, d’inferno in paradiso?