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gradi della depravazione 9i


da parte dei demòni, il favore che gli presta il cielo, è da lui gettato nell’ombra: perché egli sentiva quanto ridicolo sarebbe stato se avesse messa la sua storia particolare innanzi a quella del genere umano, avesse fatto sé protagonista innanzi all’infinito. L’azione non esiste in lui. Come ha supplito a questo difetto?

Questo concetto che non si spiega per azioni umane, non è immobile, non ripete se stesso dal primo all’ultimo canto: ma ha un prima ed un poi: è lo spirito che si va sempre piú e piú materializzando. Ma quale è il fondamento di questa successione: quale la legge di questo poco a poco? Che ordine Dante ha introdotto negandosi quello dell’azione? Egli ha incontrato qui una difficoltá grandissima. Immaginare un’azione e contornarla d’episodii è cosa a cui basta l’ingegno ordinario. Un giorno alcuni uomini raccolti in un giardino dopo mangiare si posero a disputare di poesia e di poeti. Alcuni, come sogliono gli uomini volgari, esprimevano la loro meraviglia che Ariosto avesse saputo raggruppare tante azioni, immaginare tanti episodii: sorse tra i disputanti il Forteguerri e sostenne che questo immaginare episodii ed azioni era impresa tanto facile che prometteva di recare in pochi giorni a termine un poema ancora piú ricco di fatti. Questo poema fu pubblicato ed è il Ricciardetto, ricchissimo veramente di fatti meravigliosi e bizzarri. Ad una sola cosa non pose mente il Forteguerri: che il meno difficile è il concepire: ma nel creare, dare vita è il difficile; in quella operazione che i latini chiamano dettare. Qui è dove tra l’Ariosto e il Forteguerri passa una differenza grandissima. Quando si trova l’ordine giá dato nell’azione, il resto cammina da sé. Ma come si fa quando il concetto è impossibile a svolgersi per azione? Qui si arrischia di cadere in uno scoglio: di cercare l’ordine nel pensiero astratto, che non ha ordine di azioni ma di pensieri: di dare pensieri in luogo d’immagini, sostituire al racconto la scienza. Dante non potè evitare questo scoglio: egli aveva dinanzi a sé un poema nuovo di cui non vi è esempio nella vecchia o nella nuova letteratura. Non vi era caso che presentasse questa gradazione con cui lo spirito