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la «divina commedia» versione di lamennais i29

all’etá dello scrittore. «Ce poème est á-la-fois une tombe et un berceau: la tombe magnifique d’un monde qui s’en va, le berceau d’un monde près d’éclôre: un portique entre deux temples, le tempie du passé et le tempie de l’avenir.» L’osservazione non è nuova e per parlar de’ francesi, essa è stata fatta dal Labitte; ma il Lamennais l’ha trovata lui, e l’ha espressa con la freschezza della prima impressione, dandole una forma splendida che la fissa nella memoria.

In questi cinque capitoli adunque l’autore ci dice qual è il poeta, e quale la materia su cui lavorò. Ma non dimentichiamo che questo, a cui i moderni danno tanta importanza, non è se non materia morta, ossa sparse che attendono ancora il soffio della vita per comporsi a quella unita, che dicesi uomo. Non siamo entrati ancora nel tempio dell’arte. Non vi è ancora critica. In che modo Dante ha lavorato questa materia e fattone un mondo? Qui sta il nodo del lavoro. Se il Lamennais lo avesse trovato, ecco che cosa sarebbero stati i suoi cinque capitoli. Le dottrine filosofiche e politiche a’ tempi di Dante erano penetrate in tutte le parti del vivere sociale, e costituiscono ciò che dicesi il mondo cattolico; era la realtá su cui lavorava il filosofo ed il poeta: onde nacque una filosofia tutta propria, che il Ritter chiama a ragione filosofia cristiana, ed una poesia diversa dall’antica. Il Lamennais dunque, in luogo di dirci in astratto le dottrine di quel tempo, ci avrebbe presentato innanzi un mondo vivente, incarnazione di quelle idee; ed avrebbe delineato i caratteri essenziali di quel mondo, e le sue qualitá estetiche, il suo ideale vago ancora ed in germe, mostrantesi qua e colá in tratti sparsi e fuggevoli nelle «leggende», e destinato a dispiegarsi secondo sua natura, quando cadrá sotto l’occhio di un uomo che lo comprenda e lo senta. Ecco l’uomo: quel mondo diviene arte, diviene la Divina Commedia. E qui l’autore, toccato di volo de’ suoi casi, ci avrebbe mostrate le qualitá poetiche del suo ingegno, il suo carattere, ed il potere che ebbero sul suo animo le sue sventure e le sue passioni. Determinate cosí le qualitá essenziali dell’argomento e dell’ingegno che lo tratta, si sarebbe avuto il vero «dato» del problema:

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De Sanctis, Saggi critici.-i