Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. I, 1952 – BEIC 1803461.djvu/15

Da Wikisource.

delle «opere drammatiche» di f. schiller 9

del suo medesimo cuore. Nell’individualismo ogni nostra conoscenza è ideale: Aspasia è il nostro pensiero. E la realtá rimane un enigma, ed Iside invitta stassi taciturna e velata dinanzi all’umana ragione. Cosi la coscienza individuale, restata sola in cospetto del nulla, innalza altari a sé stessa: l’universo non è: ella lo crea!... Uomo orgoglioso! ma tu non sai quante lacrime costa il tuo orgoglio. Quando tu non basti a te stesso, quando vai cercando fuori di te qualche cosa, in che si riposi e quieti il tuo animo, vanamente ti guarderai d’intorno, tu non vi troverai che te stesso. Tale è il lato doloroso dell’individualismo: la vita interiore è la febbre che ci consuma. Ritirati in noi stessi, ci rodiamo miserabilmente in pensieri sterili e vôti: e la nostra compagnia ci pesa, e guardiamo sospirando fuori di noi. Di qui la poesia del dolore e del nulla, canto funebre dell’universo, e pietosa elegia dello spirito che lamenta le illusioni perdute, e ridomanda ciò ch’egli stesso ha distrutto, ed incolpa la natura dell’opera della sua ragione. Ivi il cuore sanguina innanzi al dubbio, ed il poeta con contraddizione sublime palpita ed ama e corre pur dietro a quella realtá che innanzi alla mente è illusione ed errore. E che importa? quella illusione ha virtú di fargli battere il cuore, e quell’errore rallegra di care beltá la sua fantasia. O, se vogliamo lasciar queste magre distinzioni di mente, di fantasia e di cuore, ivi è lo spirito stesso inquieto della sua solitaria grandezza, e sospirante appresso alla realtá che ha distrutto. La vanitá infinita del tutto è cosa che a solo pensare ci addolora e ci spaura: l’uomo ha bisogno dell’universo: l’uomo solo non è che una corda spezzata che non rende piú suono.

L’individualismo è presso al suo termine; tutte le vie per le quali ei si è messo ci conducono inevitabilmente negli affanni del dubbio. Noi assistiamo ansiosi a’ suoi ultimi e funesti effetti nella scienza, nell’arte, nella politica, nella economia, ne’ costumi: scetticismo nella scienza, subbi etti vismo nell’arte, anarchia in politica, pauperismo in economia, egoismo ne’ costumi: ecco i suoi amari frutti. Giá si grande un tempo egli ha rilevata l’umana dignitá; egli ha innalzata la fronte dello schiavo e del