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«l’ebreo di verona» del padre bresciani 6i

ha saputo trovare situazioni e caratteri, onde germina questo contrasto. Ma il Bresciani mi comprende la rivoluzione in tutta la sua ampiezza, e tutto è in essa ridicolo, tutt’i personaggi sono buffoni. Or l’artista può bene contraddire alla storia, disformare i fatti, ridere di tutto e di tutti e fare dell’universo una grande mascherata; una sola cosa non può: contraddire alla sua coscienza. Il Bresciani non crede a quello che dice, comeché vi si sforzi: è nella sua coscienza qualche cosa, ch’egli non può domare, che resiste alla sua volontá, che lo fa ridere sgarbatamente, che fa trapelare dal suo riso ima ridicola stizza. Non è il lettore che contraddice alle sue calunnie; la contraddizione è dentro di lui: questa voce interiore gli trasmuta sotto la penna i burattini in eroi. Egli ti fa parlare Mazzini come un buffone, un paltoniere; e quel secondo Egli risponde: «Mazzini, giovane d’acuta mente, di cuor caldo e d’indole audace ed indomabile... piú intrepido di Weishaupt... piú leale d’assai del Marmarli e consorti... getta il guanto alla sbarra, sfida re e papi»1.Egli sparge a man piene il ridicolo sui civici romani, giovinotti scapati, le cui pazze allegrie ti dipinge con un brividio d’orrore, con una indegnazione che ci fa ridere a sue spese; e quel secondo Egli risponde: questi eroi da teatro a Vicenza «sono come un muro di bronzo su’ parapetti, alle trincee e tra le palizzate del terrapieno: niun piega, niuno allassa, ed erano digiuni, ed i calori cocenti e il conflitto crudele»2. Con quanto strazio egli si fa beffe dell’opera de’ prodi al 15 maggio, degli animosi della Guardia Nazionale, che «sudano la notte alla grande impresa», de’ calabresi e cilentani «infaticabili all’arduo e terribil travaglio... de’ liberi petti che combattono per amore di libertá!»; ed il secondo Egli risponde: «Cominciossi una lotta accanitissima e crudele. Dalla fronte della barricata spesseggiavano i colpi sopra gli assalitori... l’artiglieria puntava di calibro e di mitraglia orrendamente contro i propugnacoli e contro gli angoli delle case, donde usciva il fuoco vivissimo e ostinatis-

  1. Vol. III, pp. i80-i82.
  2. Vol. IV, p. 79.