Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. II, 1952 – BEIC 1804122.djvu/172

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Collatino, Sulpizio, Valerio sono affatto insignificanti. Resta Bruto il protagonista, se è vero che l’interesse della tragedia è nella libertá romana. Livio dice che Bruto fe’ l’imbecille per salvare la vita, aspettando tempo e occasione a vendetta. Bruto buffoneggia, sostiene oltraggi d’ogni sorta pazientemente, quando uno spettacolo terribile, non aspettato, non preveduto, e a cui si trova presente per caso, lo riscuote come da un lungo sonno; quello spettacolo opera su lui, come poco poi doveva operare sul popolo. Ecco il Bruto storico e poetico, ricco di gradazioni e di contrasti, che ti dá uno de’ misteri dell’anima non meno profondo di quello eh’ è rappresentato in Amleto. Il Bruto di Ponsard è un cospiratore alla moderna, che per mezzo di Valerio intriga coi patrizi. Tra questi intrighi fa l’imbecille da imbecille, vale a dire con una perfetta mala grazia; si vergogna della professione. Non sa mescolare il serio col ridicolo, il falso col vero, di modo che faccia ridere gli uni e fremere gli altri. É un ambizioso che vuole il potere, salvo a farne buon uso: proposito di tutti gli ambiziosi. Ha la rabbia nel cuore, e dee far bocca da ridere, e non sa farlo, essendo i suoi scherzi guasti dall’amarezza dell’ ironia, dalla puntura del sarcasmo, dalla gravitá dell’ammonizione. Le file della congiura sono ordite; tutto è in punto, e Bruto aspetta. — Che aspetti?, chiede Valerio. — Che Sesto ne faccia una grossa. — Ora, se farne una grossa significava insidiare all’onore delle famiglie, Sesto ne aveva fatte delle grossissime, ed il povero Bruto ne aveva i vestigi in casa. Che aspettava dunque? Proprio che Lucrezia, sforzata da Sesto, si uccidesse. Sapeva la passione di Sesto; conosceva il suo carattere, fatto piú audace dall’impunitá. Mi piace meglio la leggenda, dove tutto accade senza premeditazione, con 1’ impeto e la spontaneitá di una prima impressione. Questo Bruto cospiratore rassomiglia troppo al padre Rodin che specula sul carattere de’ suoi coeredi, e mi riesce freddo ed odioso. Quando leva in alto il pugnale e giura di vendicare Lucrezia, mi sta innanzi il cospiratore, che coglie quell’occasione desiderata e preveduta, e le sue parole non mi fanno effetto.

È una tragedia vacua e stagnante, per entro alle cui fila mal