Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. II, 1952 – BEIC 1804122.djvu/24

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che cosa di successivo, corrispondente all’andamento dell’azione; ma la vita interiore è cosí potente, che ogni volta dietro ad una parte trabocca tutta al di fuori. Ha dolore congiunto a furore, speranza a disperazione, amore ad odio, rimorso a voluttá; rapidi passaggi, rapidi ritorni. Schlegel non concepisce come questa donna possa un momento prima dire che ama, ed un momento dopo che odia Ippolito, che è un mostro; certo, questo è contro la logica di Aristotele, ma è secondo la logica di Omero. Rapidi paesaggi, rapidi ritorni, maravigliosi di veritá, ora apparecchiati, ora improvvisi, prorompenti ora da idee espresse, ora da sottintese; in che è la maggior difficoltá del recitare, non superata sempre dalla Ristori. Eccone due:

                          Vous haïssez le jour, que vous veniez chercher!                     
«Le jour». E Fedra risponde:
                          Noble et brillant auteur d’une triste famille,
Toi dont ma mère osait se vanter d’ètre fille.
Qui peut-être rougis du trouble oú tu me vois,
Soleil, je te viens voir pour la demière fois!
                    

Questa improvvisa apostrofe è preparata dalle parole di Enone. Ma quando Fedra soggiunge:

                          Dieux! que ne suis-je assise á l’ombre des forêts!
Quand pourrai-je, á travers d’une noble poussière,
Suivre de l’oeil un char fuyant dans la carrière?
                    

questo non ha alcuna attinenza con le parole della nutrice, e fa supporre che Fedra non l’ode, che altre idee le pullulino in capo facili ad indovinare, da cui nascono le sue parole. L’attrice qui, mentre Enone parla, dee con l’azione muta mostrare la sua distrazione e l’oggetto a cui tien dietro: il che non avendo fatto la Ristori, ne nacque che questo passaggio, il quale ben preparato dee essere di potentissimo effetto, restò quasi inav-